Al via il 1 gennaio 2016 il Credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo relativo al quinquennio 2015-2019.

L’agevolazione è aperta a tutte le imprese senza limiti di fatturato, indipendentemente dalla loro forma giuridica e dal settore economico in cui operano, fino a un importo massimo di 5 milioni di euro.

Sono ammissibili al credito d’imposta le seguenti attività di ricerca e sviluppo:

  • lavori sperimentali o teorici finalizzati principalmente all’acquisizione di nuove conoscenze;
  • ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi;
  • acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo di conoscenze e di capacità esistenti scientifiche, tecnologiche e commerciali al fine di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati;
  • produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali;
  • quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio.

L’agevolazione è pari al 25% delle spese incrementali annuali rispetto alla media realizzata nei tre anni precedenti, sempre che in ciascuno degli anni di imposta siano sostenute spese in attività di ricerca e sviluppo pari ad almeno 30.000 euro. L’aliquota sale al 50% per le spese relative all’impiego di personale qualificato e per quelle relative a contratti di ricerca con università o altri enti equiparati e con startup innovative. L’Agenzia delle Entrate ha da poco istituito il nuovo codice tributo 6857 con cui le imprese potranno usufruire del credito d’imposta in compensazione attraverso modello F24.

Fonte: Research Italy