Ho riflettuto a lungo sul modo migliore per ricordare Vittorio Silvestrini, e queste due foto raccontano nella loro semplicità il nostro rapporto speciale.

Una foto cattura i sorrisi sinceri che scambiavamo ogni volta che ci incontravamo. Sorrisi che dissolvevano le tensioni delle grandi occasioni formali, delle riunioni strategiche per lo sviluppo del territorio e persino delle difficoltà che abbiamo affrontato insieme, come nei giorni terribili dell’incendio di Città della Scienza.

Nell’altra foto c’è uno dei suoi quadri che mi accompagna ogni giorno nella mia vita professionale, dal momento in cui me lo ha regalato. Per me è un simbolo di tutto ciò che mi ha insegnato, della sua visione del mondo, della sua creatività e della sua straordinaria umanità. Chi ha visitato gli uffici della Città della Scienza conosce a memoria le sculture e i quadri che ci ha donato, opere che ci hanno insegnato a coltivare le nostre passioni oltre al nostro lavoro.

Tra i ricordi più preziosi che ho di Vittorio c’è il suo amore per l’arte, la sua incrollabile fiducia nella scienza e il suo sguardo aperto sul mondo. “Il pane e le rose”, l’innovazione e la bellezza, questi sono i valori che Città della Scienza ha incarnato per me. Una visione che mi ha accolto 30 anni fa e che ho fatto mia sia a livello professionale che umano.

La scomparsa del professor Silvestrini è una perdita enorme, ma i semi che ha piantato nella nostra città, e in ognuno di noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo, sono germogliati, generando nuove idee e tracciando nuovi percorsi.

Vittorio Silvestrini era un uomo di gentilezza straordinaria, ispirato dal fare quotidiano. Aveva il dono di far sentire ogni persona importante nella costruzione di un progetto collettivo, dai suoi collaboratori, ai suoi allievi, fino alla sua famiglia.

Grazie Vittorio. La tua eredità continuerà a vivere in tutti noi.

Valeria Fascione e Vittorio Silvestrini Quadro di Vittorio Silvestrini